15/06/10

UN SABATO RICCO DI APPUNTAMENTI


MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA PROVINCIALE




ORE 16.00 C.SO ZANARDELLI (ang. C.so Palestro) a BRESCIA

NO ALLA LEGGE BAVAGLIO!








12/06/10

BERLUSCONI: DELIRIO D'ONNIPOTENZA O DEMENZA SENILE?

Nell'ultima settimana il presidente del consiglio ha attaccato:

  • la Costituzione in modo pesantissimo, definendola un'anticaglia cattocomunista con qui governare è un inferno;
  • la RAI, considerata faziosa;
  • la magistratura, definita una lobby insieme a quella dei giornalisti, e che vorrebbe sovvertire il voto;
  • la protezione civile, considerata come una sua azienda, e i cittadini dell'Aquila che potrebbero sparare a qualcuno della protezione civile (sempre per colpa dei magistrati che stanno indagando sugli illeciti durante il terremoto);

A ciò va aggiunta la fiducia votata al senato per la legge sulle intercettazioni (squallida la scelta di porre la fiducia, dittatoriale la legge approvata) ed una finanziaria che impoverisce le masse ma non tocca chi ha i soldi (per la gioia della Marcegaglia..).

Tutto questo è successo prima che iniziassero i mondiali di calcio, cioè il più grande anestetizzatore del popolo italiano, quindi prepariamoci al peggio.

Comunque, per rispondere alla domanda del titolo, credo che sia un mix tra entrambe le motivazioni, unite al "sonno della ragione" del popolo italiano.

03/06/10

IDEAL STANDARD E FEDERAL MOGUL, SOLIDARIETA' E LOTTA!

Due vicende bresciane molto diverse tra loro (sempre e comunque casi di speculazione) ma entrambe stanno vivendo un momento importantissimo, si tratta del caso degli operai dell'Ideal Standard (Brescia, via Milano) e di quelli della Federal Mogul (Via Marconi, Desenzano del Garda).

Qui di seguito pubblico il comunicato degli operai dell'Ideal Standard sulla vicenda che sembrava risolta:

Oggi 31/05/2010 presso lo stabilimento dell’Ideal Standard Industriale srl di Brescia è riunita la R.S.U. alla presenza delle segreterie territoriali di categoria e hanno fatto il punto della situazione in relazione alla vertenza dell’Azienda.
A oggi i lavoratori ancora in forza all’Ideal Standard di Brescia sono 69 a fronte di uscite volontarie pari a 50 dipendenti frutto dell’applicazione di una parte dell’accordo nazionale mentre sulla restante applicazione dell’accordo registriamo in modo preoccupato il silenzio di questi mesi delle istituzioni e dell’azienda in riferimento al progetto di realizzazione del sito logistico presso “la Piccola” .
Questi ritardi a nostro giudizio mettono in pericolo l’attuazione del progetto stesso e mettono a rischio la ricollocazione dei lavoratori secondo le modalità previste dall’accordo stesso.

La firma del protocollo che aveva di fatto chiuso la vertenza dopo mesi di presidio e occupazione dello stabilimento di Brescia prevedeva come unica soluzione la ricollocazione del personale presso la nuova piattaforma logistica da realizzarsi in zona Piccola.
Richiediamo immediatamente la ripresa del tavolo istituzionale locale nel quale ci attendiamo risposte definitive sia a riguardo del progetto sia a riguardo dei tempi di realizzazione.

Fin da ora ci riserviamo in assenza di risposte soddisfacenti di intraprendere iniziative collettive con i lavoratori a tutela degli interessi degli stessi riproponendo forme di lotta già sperimentate durante il presidio.

R.S.U. Ideal Standard Segreterie Provinciali FILCTEM – FEMCA – UILCEM




Alla Federal Mogul la vicenda è tutt'altro che risolta, dopo mesi di presidio i padroni hanno deciso di intervenire mandando una squadra di operai polacchi.
I compagni del presidio da martedi resistono ai tentativi vari, ma hanno bisogno della solidarietà e della presenza di tutti noi!!

Perciò invito tutte le persone sensibili e disponibili a presentarsi ogni giorno al presidio, a Desenzano del Garda (bs) in via Manzoni per aiutare gli operai in difesa del loro posto di lavoro!

02/06/10

MOBILITAZIONE PERMANENTE CONTRO LA POLITICA TERRORISTICA DEL GOVERNO ISRAELIANO

Ho aspettato un paio di giorni prima di scrivere su ciò che è accaduto al convoglio Freedom Flotilla perchè l'emozione è stata tale che avrei potuto esasperare i toni facendo passare un messaggio sbagliato.

In questi due giorni ho sentito le dichiarazioni, alcune condivisibili altre molto meno, turche, statunitensi, tedesche, italiane, ecc...
Ho visto il titolo del quotidiano "Il Giornale", diretto da quel misto di cattiveria e stronzaggine, strenuo difensore della libertà di offendere ed insultare, che prende il nome di Feltri.

Io sono convinto che sia giunto il momento di fermare la politica terroristica del governo israeliano.
Il conflitto palestinese, che ormai da troppi anni insanguina quella regione, deve trovare una soluzione pacifica, che preveda il diritto dello Stato d'Israele ad esistere ed essere sicuro, e dall'altra parte liberi il popolo palestinese dalla prigione a cielo aperto in cui sono costretti a vivere.

E' necessario, come sinistra ma non solo, uscire dall'ambiguità e condannare senza se e senza ma la politica terroristica e guerrafondaia del governo israeliano, politica che si protrae da troppo tempo e che continua a provocare numerose vittime (non solo con le armi ma anche con l'assurdo embargo della striscia di Gaza).
Il governo d'Israele non è il "pacificatore" dell'area mediorientale, ma è la miccia che rischia di far esplodere un conflitto dalle dimensioni inimagginabili e dalle conseguenze catastrofiche.
L'attacco alla nave è solo l'ultima di una serie di azioni che dovrebbero farci preoccupare.
E' infatti di pochi giorni fa l'annuncio del comandante della Flottiglia 7 d'Israele al Sunday Times della decisione di piazzare tre sottomarini, dotati di missili cruise con testata nucleare, nel golfo persico davanti alle coste israeliane.

Pensiamo a come avrebbero reagito gli Stati Uniti e l'Unione Europea se queste due azioni fossero state compiute da Ahmadinejad...

L'opinione pubblica, i movimenti pacifisti, i partiti di sinistra e le varie ong devono organizzarsi per creare una mobilitazione internazionale permanente per influenzare le politiche dei vari stati nei confronti del governo di Tel Aviv.
Il boicottaggio dei prodotti israeliani e un modo per far sentire il nostro dissenso nei confronti delle loro politiche.