22/08/10

cronaca di un estate calda (politicamente parlando)

Da quando non pubblico post (l'ultimo risale al 5/08) di cose ne sono successe parecchie, politicamente parlando.

La morte del Senatore a vita Francesco Cossiga, avvenuta il 17 agosto, è senza dubbio uno dei fatti principali. Al di la del lato umano della vicenda e quindi dei sentimenti che si provano davanti alla scomparsa di una qualsiasi persona, a incuriosirmi è stata la principale definizione che quasi tutti i politici (Parisi, Marini, Schifani, Ciampi, Napolitano..) hanno dato di Cossiga: "uomo con un alto valore dello stato".

Ripercorrendo la carriera del "picconatore" sorgono parecchi dubbi su questa considerazione.
Cossiga era ministro dell'interno durante gli omicidi di Pierfrancesco Lorusso e Giorgiana Masi, e sempre da ministro dell'interno "gesti" il rapimento di Aldo Moro, terminato nel peggiore dei modi.

Da Presidente della Repubblica si levò qualche "sassolino dalla scarpa", sparando a zero su Occhetto (PdS), sul giudice Livatino, Galloni (DC), Onorato (DC) e sull'intero parlamento ("accozzaglia di zombie e superzombie").
Nel libro "Io, Bossi e la Lega", Gianfranco Miglio racconta di una telefonata ricevuta da Cossiga il 26 maggio 1990, quando era ancora presidente della repubblica. Cossiga disse: "Rovinerò Bossi facendogli trovare la sua automobile imbottita di droga; lo incastrerò. E quanto ai cittadini che votano per la Lega li farò pentire: nelle località che più simpatizzano per il vostro movimento aumenteremo gli agenti della Guardia di Finanza e della Polizia, anzi li aumenteremo in proporzione al voto registrato. I negozianti e i piccoli e grossi imprenditori che vi aiutano verranno passati al setaccio: manderemo a controllare i loro registri fiscali e le loro partite Iva; non li lasceremo in pace un momento. Tutta questa pagliacciata della Lega deve finire”
Francesco Cossiga non smenti mai quello che Miglio pubblicò nel libro.

Senza dimenticare la società segreta Gladio e l'accusa ai palestinesi per la strage della Stazione di Bologna, credo che per ricordare nel migliore dei modi l'uomo con alto valore del senso dello stato sia scrivere una delle sue ultime perle di saggezza concesse in un'intervista sul Quotidiano Nazionale durante le manifestazioni studentesche del cosiddetto movimento dell'Onda (22 Ottobre 2008):

''Maroni dovrebbe fare quello che feci io quando ero ministro dell'Interno.
In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perche' pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito..."
''Lasciar fare gli universitari.
Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle universita', infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le citta''
''Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovra' sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri''
''Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pieta' e mandarli tutti in ospedale"
"Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in liberta', ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano''.
''Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine si'.

Detto ciò direi che la morte di Kossiga non sia una perdita per la politica italiana, anche se purtroppo molti segreti se li porterà nella tomba.




Altro fatto importante di quest'estate che ho definito calda, non certo per le temperature bresciane (sono più i giorni in cui ha piovuto che quelli caldi..) è l'atteggiamento Fiat nei confronti dei lavoratori delle fabbriche italiane.
Prima il minaccioso ricatto di Pomigliano, dove si mettevano gli operai davanti ad un bivio: o lavorare senza diritti o la produzione resta in Polonia.
Stupisce e rammarica che solo la Fiom si sia opposta con decisione a questo ricatto (in disaccordo anche con una parte della CGIL) insieme ai Cobas, mentre le altre forze sindacali non abbiano trovato di meglio che "calarsi le braghe" davanti ad un Marchionne sempre più padre padrone dei destini dell'industria italiana.
Il governo approva, l'opposizione parlamentare tace (anche perchè non ha una linea comune), i partiti della sinistra extraparlamentare (SEL e Fed. della Sinistra) urlano inascoltati, e Confindustria se la ride di gusto.

Adesso è scoppiata la vicenda Melfi, con tre operai licenziati per aver scioperato, riassunti grazie alla sentenza del giudice del lavoro e "gentilmente invitati" a non presentarsi sul posto di lavoro da un telegramma della Fiat.
Eh pensare che Marchionne è sempre piaciuto tanto ai progressisti di casa nostra...



Ultimo, ma non per importanza è la situazione del governo.
Dopo i continui litigi, le accuse varie e i terremoti all'interno della maggioranza sembra che sia stata firmata una tregua.
I 5 punti proposti da Berlusconi e che molto probabilmente vedranno la fiducia dai finiani sono una sorte di "quiete prima della tempesta".
Ne Berlusconi ne Fini hanno in questo momento la voglia di tirare troppo la corda perchè in caso di elezioni anticipate uno dei due rischierebbe la morte politica.
Solo Bossi ha il potere di invocarle continuamente perchè il suo è l'unico partito di maggioranza in grado di aumentare i consensi e quindi il potere di influenzare le scelte del Pdl (e soprattutto aumentare le poltrone).

L'opposizione parlamentare anche qui sbaglia praticamente tutto, invocando un governo tecnico per riformare la legge elettorale (ok, ma come?) e risolvere il conflitto d'interesse (con la maggioranza di parlamentari berlusconiani, leghisti???).
Senza contare la volontà del PD di dialogare con chiunque,da SEL fino a Fini.

Una delle poche voci chiare dell'opposizione (extrapalrmentare) è quella di Nichi Vendola, governatore della Puglia e portavoce di Sinistra Ecologia Libertà.
Nichi si è schierato apertamente per andare subito al voto e ha invocato le primarie per scegliere il leader di una coalizione di Centro-Sinistra, candidandosi direttamente.
L'ultimo nodo che deve sciogliere è l'alleanza, che non può assolutamente (a mio avviso) comprendere l'UdC e i Finiani, ma deve guardare soprattutto alla sinistra extraparlamentare (Fed. della Sinistra, Verdi e Sinistra Critica) per poter proporre a PD e IdV un programma serio, condiviso e realmente di sinistra (lavoro, ambiente, istruzione, diritti..).

05/08/10

ma la lega non combatteva l'immigrazione???

Brescia: con la Lega Nord sono entrati 5.259 extacomunitari, molti di più che con il centrosinistra PDF Stampa E-mail
Mercoledì 04 Agosto 2010 10:36

immigrato feliceAlla faccia dei regolamenti anti cricket, dei divieti di fare qualsiasi cosa nei parchi, degli incentivi alla buona uscita di 500 euro (tanto per buttare via i soldi del comune), della chiusura dei servizi per stranieri, delle campagne anti ambulanti (venditori di rose in primis).

In realtà Fabio Rolfi, vice sceriffo della contea di Brescia ci ha fregato tutti. L'aveva anche ribadito più volte: "basta con questa storia del razzismo". E noi non avevamo capito. Fabiolino voleva aumentare il numero di stranieri a Brescia, mica diminuirli... Che stupidi siamo stati...

Dal Bresciaoggi del 3 agosto (pagina 7): "In due anni l’aumento secco è stato di 4.596 unità. Il che vuol dire che in Loggia possono pure cambiare le alleanze di governo, in Comune può pure insediarsi chi prova a fare la faccia un po’ più truce, ma i meccanismi profondi che regolano l’immigrazione - e l’immigrazione verso la città in particolare - non cambiano".

Il caro Sgrufis (per i lettori del BresciaPoin - così viene chiamato Fabio Rolfi) si è impegnato a fondo perchè sapeva bene che puoi far approvare i reglamenti che vuoi, puoi dislocare gli stranieri ovunque, puoi emanare 100 mila ordinanze - cosa non ancora chiara a diversi sceriffi legaioli (vedi Montichiaushwitz), ma non al saggio Rufus (sempre Rolfi) -, ma non potrai mai regolare i flussi migratori.

Sempre su Bresciaoggi, scrive Massimo Tedeschi: "Nell’ultimo biennio di governo del centrosinistra, fra giugno 2006 e giugno 2008, i nuovi ingressi in città di immigrati erano stati di 4.682 unità, il che aveva portato l’incidenza dal 13,5 al 15,9 per cento della popolazione cittadina. Nel penultimo biennio di governo-Corsini l’incremento di immigrati era invece stato di 3.094 unità (passando dall’11,7 al 13,5%)."

Negli ultimi 24 mesi infatti i dati Istat hanno fatto registrare ben 5.259 arrivi di immigrati direttamente dall’estero: si tratta di persone che hanno ovvi problemi di inserimento linguistico, sociale, culturale. Il movimento inverso, invece, non c’è: a dispetto di alcuni boatos giornalistici, il movimento in direzione opposta è minimale. Non è vero che la crisi sta inducendo gli immigrati a rimpatriare in fretta e furia mogli e figli.

Lega nord padroniNegli ultimi mesi l’Istat ha registrato l’esodo da Brescia verso i Paesi di provenienza di soli 362 immigrati: un dato pressochè fisiologico, che non registra balzi anomali negli ultimi mesi. Molto significativo, tuttavia, anche il movimento da e verso altre aree della provincia o del Paese: dal giugno 2008 al giugno 2010 in città sono arrivati 3.237 stranieri provenienti da altri Comuni italiani, mentre 2.713 stranieri hanno voltato le spalle al capoluogo per andare a vivere in altri centri italiani (spesso bresciani)".

Ma dai... Una risposta concreta a quanti affermano che - a differenza degli altri colleghi di giunta - almeno "Rolfi qualcosa fa". Che faccia è indubbio. Si tratta però di stabilire cosa e soprattutto come vengono "fatte e cose".

In questo caso dobbiamo ammettere che le cose sono state fatte proprio bene. Essendo MdC (e aggiungiamo il BresciaPoint) palesemente a favore del multiculturalismo e della società multietnica, la redazione esprime - per la prima volta - un sincero ringraziamento nei confronti dell'operato di Fabio Rolfi che ci ha regalato una Brescia ben più "colorata" di quella ereditata da quel razzista di Corsini.

tratto da: Muro di Cani


02/08/10

adesso che succederà?

Non sono un indovino e non ho sfere di cristallo però credo di poter avanzare una serie di ipotesi sul futuro politico dell'Italia. Lo faccio leggendo le varie dichiarazioni di politici e politologi e soprattutto conoscendo discretamente la Carta Costituzionale.

La prima ipotesi è quella che mi crea più timori, ma non la scarterei a priori:
cade l'attuale governo, si fanno nuove elezioni e la maggioranza la ottiene l'attuale destra antidemocratica, cioè l'accoppiata Berlusconi-Lega.
Persa la zavorra di un Fini in versione destra popolare europea, e con un consenso popolare maggioritario (potrebbe bastare meno del 40% degli elettori..) Berlusconi potrebbe sfogare al massimo il suo istinto dittatoriale, mentre la lega darebbe libero sfogo al suo populismo xenofobo più di quanto abbia già fatto in questi anni.


La seconda ipotesi vede l'attuale governo reggere fino al 2013. Difficile immaginarne una vita cosi lunga, ma non è detto che i finiani mollino la poltrona parlamentare senza avere certezze per il futuro. Ed attualmente Fini non mi sembra averne molte.

La terza vede un governo tecnico, per attuare la riforma elettorale (e forse qualcosa d'altro) guidato da Mario Draghi o da Luca Cordero di Montezemolo. Scarterei l'ipotesi Tremonti perchè non credo possa essere considerato un "tecnico" il ministro dell'Economia di tutti i governi berlusconiani (esclusa la parentesi Siniscalco..).
Dubito che Berlusconi (e di conseguenza tutti i suoi yes-man) e la Lega accettino una scelta del genere.
Un eventuale accordo PD + IDV + UDC + API + Futuro e Libertà potrebbe avere i numeri per un'operazione del genere. Ma a quale prezzo? Come si fa a mettere in minoranza l'attuale maggioranza senza ricorrere a nuove elezioni?

La quarta prevede, come la prima, nuove elezioni. ma a vincerle non sarà la destra attuale.
In una sfida politica che probabilmente vedrebbe di fronte Berlusconi-Lega, Udc-Finiani-Rutelli, PD-IDV-SEL (possibilmente con Vendola candidato premier) e una Federazione della Sinistra forse da sola (oppure criticamente nel centro-sinistra), è difficile stabilire a priori un vincitore.
Un eventuale vittoria del centro-sinistra (e probabilmente anche una dei "centristi") segnerebbe definitivamente la fine politica del cavaliere, e la guerra interna al PDL per accaparrarsi la leadership.
Sicuramente quest'ultima è l'ipotesi che più mi piacerebbe, ovviamente con una forte presenza di sinistra rispetto al centro!