02/06/10

MOBILITAZIONE PERMANENTE CONTRO LA POLITICA TERRORISTICA DEL GOVERNO ISRAELIANO

Ho aspettato un paio di giorni prima di scrivere su ciò che è accaduto al convoglio Freedom Flotilla perchè l'emozione è stata tale che avrei potuto esasperare i toni facendo passare un messaggio sbagliato.

In questi due giorni ho sentito le dichiarazioni, alcune condivisibili altre molto meno, turche, statunitensi, tedesche, italiane, ecc...
Ho visto il titolo del quotidiano "Il Giornale", diretto da quel misto di cattiveria e stronzaggine, strenuo difensore della libertà di offendere ed insultare, che prende il nome di Feltri.

Io sono convinto che sia giunto il momento di fermare la politica terroristica del governo israeliano.
Il conflitto palestinese, che ormai da troppi anni insanguina quella regione, deve trovare una soluzione pacifica, che preveda il diritto dello Stato d'Israele ad esistere ed essere sicuro, e dall'altra parte liberi il popolo palestinese dalla prigione a cielo aperto in cui sono costretti a vivere.

E' necessario, come sinistra ma non solo, uscire dall'ambiguità e condannare senza se e senza ma la politica terroristica e guerrafondaia del governo israeliano, politica che si protrae da troppo tempo e che continua a provocare numerose vittime (non solo con le armi ma anche con l'assurdo embargo della striscia di Gaza).
Il governo d'Israele non è il "pacificatore" dell'area mediorientale, ma è la miccia che rischia di far esplodere un conflitto dalle dimensioni inimagginabili e dalle conseguenze catastrofiche.
L'attacco alla nave è solo l'ultima di una serie di azioni che dovrebbero farci preoccupare.
E' infatti di pochi giorni fa l'annuncio del comandante della Flottiglia 7 d'Israele al Sunday Times della decisione di piazzare tre sottomarini, dotati di missili cruise con testata nucleare, nel golfo persico davanti alle coste israeliane.

Pensiamo a come avrebbero reagito gli Stati Uniti e l'Unione Europea se queste due azioni fossero state compiute da Ahmadinejad...

L'opinione pubblica, i movimenti pacifisti, i partiti di sinistra e le varie ong devono organizzarsi per creare una mobilitazione internazionale permanente per influenzare le politiche dei vari stati nei confronti del governo di Tel Aviv.
Il boicottaggio dei prodotti israeliani e un modo per far sentire il nostro dissenso nei confronti delle loro politiche.

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